BASE YOUTH e

Luciano

Floridi

base youth 2

di Redazione BASE YOUTH

Oggi la politica è una politica individualista, fatta da personaggi (il partito di Tizio, il partito di Caio), è una politica che non si occupa primariamente della società ma di sé stessa, non è lungimirante e non è competente. Non siamo messi bene. La politica non è la soluzione, ma parte del problema. La tentazione immediata sarebbe quella di fare un partito, ma sarebbe troppo facile, il problema è più “scacchistico”: è troppo presto per fare un partito. Perché il nuovo partito ricadrebbe nello stesso territorio che ormai è inquinato. Se tu prendi delle rose e le pianti su un terreno acido, le rose muoiono. Sicuramente poteva essere una bella idea, ma il terreno sulla quale sei andato a metterle non era pronto. Bisogna allora fare una mossa precedente: bisogna escogitare un progetto tale che permetta la bonifica del terreno affinché si possa poi creare un partito che unifichi tutte le forze buone e facciano la differenza, della governance, delle “tre c” (coordinamento, collaborazione e cooperazione, ndr.) per risolvere i problemi complessi del mondo.
Oggi dobbiamo mettere in cantiere un progetto di diversi passi indietro che creino le condizioni da fuori, citando Kant di “operazione trascendentale”, cioè di condizione di possibilità di quello che vuoi ottenere, una spinta civica della società affinchè la politica sia migliore e che poi possa permettere l’entrata in politica. Non si può iniziare a nuotare prima che l’acqua sia pulita (Hegel): bisogna filtrare questa politica che abbiamo oggi e farla tornare ad essere una cosa decente, dove le persone sono un po’ competenti, hanno un più senso civico della loro chiamata e abbiano un po’ di altruismo e visione del futuro, poi puoi fare sul serio. Non vuol dire aver paura, ma è un piano ambizioso: il partitino che rimedi il 2-3% oggi non serve a nessuno. “Scendere in campo” è una bruttissima espressione: la politica non è un gioco, e non è competitiva ma si basa sulla collaborazione. Bisogna fare lo sforzo di fare di più, molto più a valle. Così forse riusciremo a cavarcela. Come si esce da un contesto in cui se non fai niente le cose vanno male e se fai qualcosa vanno peggio? Possibile che non si può uscire da questo incastro? Sì, si esce ma da prendendo le cose da fuori, chiedendo alla politica di essere migliore, e quindi operando anche sul territorio, appoggiando qualsiasi brava persona voglia fare il sindaco, di qualunque colore, perché i bravi, buoni e intelligenti stanno ovunque: è una gaussiana. Non sono colorati: ci sono persone bravissime gialle, rosse, verdi, arancioni, e tanti lestofanti gialli, rossi, verdi e arancioni. Bisogna andare a parlare con le forze decenti e ricostruire a monte le possibilità che poi saranno a valle.
Su questo noi del ‘900 più anziani possiamo dare una mano ai ragazzi del 2000, perchè gli effetti positivi di questa manovra li tra 10/15 anni, non è una manovra da qualche mese. Questo perché il disastro che abbiamo combinato nella distruzione delle fondamenta delle politiche e della intellighenzia, dell’élite buona di questo paese, è stata talmente radicale e prolungata che non sarà una bonifica e una ricostruzione da fare entro 6/12 mesi. Ed essere consapevoli che non sarà un’operazione che aiuterà noi del ‘900 che di strada ne abbiamo già fatta un po’, ma sarà portata avanti da voi che ci sarete domani. Magari sarà più veloce, ad oggi non è possibile saperlo, ma serve il “passo da montagna”: la strada è lunga e in salita.

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